Come promesso, rieccomi a parlare di un'opera facente parte della collezione nota come Forward - questa volta, trattasi di The Last Conversation di Paul Tremblay. Avendolo scelto a caso fra i racconti che ancora mi rimanevano da leggere, l'ho approcciato senza specifiche aspettative in termini di qualità o di tematiche. Vediamo quindi ora di che si tratta.

Titolo: The Last Conversation
Autorə: Paul Tremblay
Casa Editrice: Amazon Digital Services
Data di pubblicazione: 17 settembre 2019
Genere: Fantascienza - Horror
Lunghezza: 56 pagine
Autoconclusivo o parte di una serie: Autoconclusivo (parte di Forward, una collezione di racconti indipendenti fra loro e di autori diversi).
Sinossi: Una persona - il cui nome e genere non sono mai rivelati, essendo sempre designatə come "tu" - si sveglia nella solitudine di una stanza; non vede nulla, è in preda al dolore, e non ha alcun ricordo. Unica interazione disponibile è quella con la voce di una custode misteriosa, che poi rivela essere tale Dott. Anne Kuhn, che parla allə protagonista attraverso un microfono, testandone la situazione ma anche via via fornendo qualche informazione sul loro passato rapporto e sul mondo in cui vivono - mondo che a quanto pare è stato devastato da una pandemia, cui lə protagonista è sopravvissutə attraverso mezzi in principio non chiari. Mentre i pezzi del puzzle un po' alla volta si ricompongono, lə protagonista arriva a scontrarsi con una rivelazione raggelante.
Analisi: The Last Conversation alterna un'incalzante seconda persona a delle lunghe sessioni di dialogo disincarnato. L'effetto è volutamente snervante, decisamente efficace nel trasmettere il senso di alienazione e sgomento del protagonista. Le informazioni sono elargite con parsimonia a chi legge, che da principio deve similmente fare uno sforzo per orientarsi.
Una tale scelta stilistica è organica al senso della narrazione, ed anzi ne rappresenta il principale punto di forza, facendoci bramare per un pezzetto di informazione in più e gradualmente ma inesorabilmente conducendo alla terrificante conclusione - in cui si scopre che
Il setting allude ad un mondo futuro, devastato da eventi catastrofici ma anche dotato di una scienza più avanzata di quella attuale; l'ambientazione, tuttavia, è piuttosto vaga, e alla tecnologia futuribile è riservata solo un'attenzione secondaria - il che è comprensibile, dato che la nostra conoscenza è limitata a quello che lə protagonista viene a sapere. Soprattutto, seppure la conclusione possa ispirare qualche riflessione sul rapporto fra tecnologia, libertà, condizione di persona, la storia non è particolarmente interessata a sviluppare il suo scenario futuristico, ma è piuttosto dedicata ad evocare in chi legge l'esperienza disturbante vissuta dal protagonista.
Conclusioni & Consigli: Da persona cui non dispiace aggiungere un tocco di horror alle sue letture sci-fi, ho sicuramente apprezzato questo racconto, e ancor di più per come la sua forma è stata studiata per enfatizzarne il contenuto. Una breve lettura consigliata a chiunque sia in cerca di brividi futuribili - consigliando però qualche dovuta cautela a chi preferisse non sentir parlare di epidemie alienanti ancora per un po' di anni.
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