Eccomi qui di nuovo. Ho appena finito di leggere il terzo libro della serie Xenogenesis di Octavia E. Butler. Voglio quindi parlare... anzi, meglio: ho bisogno di parlare di questo ultimo volume, e di condividere alcune considerazioni finali sulla serie nel suo complesso.

Titolo: Imago
Autorə: Octavia E. Butler
Prima Edizione:: Warner Books
Data di pubblicazione: 1 maggio 1989
Genere: Fantascienza
Pagine: 220
Autoconclusivo o parte di una serie: Terzo libro della serie della Xenogenesis (nota anche come Lilith's Brood)
Sinossi: Imago racconta la storia di Jodahs, un altrǝ dei figlз di Lilith. Originariamente creatǝ semplicemente come un altro dei tanti ibridi umano-Oankali, con l'arrivo dell'età adulta si rivela essere un ooloi - il primǝ mai natǝ da madre umana. Tale rivelazione è shockante tanto per Jodahs quanto per la sua comunità, che lo considera un potenziale pericolo. Jodhas va quindi in esilio nella foresta, dove si imbatte nell'ultimo gruppo di umani ancora autonomamente fertili, che tuttavia soffrono gli effetti delle ripetute unioni incestuose e sono afflittз da gravi malattie genetiche. Jodahs usa le sue abilità appena scoperte per curare due fratelli e per unirsi con loro, portando ad un ulteriore tentativo di interazione fra gli Oankali e gli ultimi umani ancora resistenti alla loro influenza.
Analisi: A differenza degli altri libri della serie, Imago è scritto in prima persona, immergendoci così direttamente nel particolare punto di vista di Jodahs. Lo stile per il resto è quello che già conosciamo: Butler usa una prosa piana e semplice per trasmettere efficacemente concetti di per sé alieni e sconcertanti.
Il romanzo porta a conclusione ciò che i precedenti volumi avevano costruito, sia in termini di trama che di tematiche. La storia ci mostra un successivo inevitabile passo nell'assimilazione genetica e culturale fra umani ed Oankali. Dawn aveva trattato della cooperazione pur riluttante di Lilith, e Adulthood Rites ci aveva mostrato tutte le tensioni ed i conflitti sorti da tale coesistenza forzata, così come la crescente importanza dei costrutti; ora, Imago si concentra su un livello più profondo di fusione, dato che per la prima volta un ibridǝ mezzo umano ha accesso alle capacità di manipolazione genetica proprie solo degli ooloi.
Il che significa anche che abbiamo unǝ protagonista che non è né maschio né femmina, ma appartiene ad un terzo sesso specificamente alieno (per inciso: nella versione inglese di questo articolo ho usato il pronome "it" per designare gli ooloi, perché pur essendo sgradevole per la percezione attuale è pur sempre la scelta praticata dall'autrice; in italiano, non sentendo il vincolo di traduzioni ufficiali, già che c'ero ho deciso di usare la schwa). Imago non solo introduce unǝ protagonista di genere terzo, ma tratta anche dell'inattesa rivelazione dell'identità di Jodahs e delle relative conseguenze. Mi chiedo, se lo avessi letto all'epoca lo avrei magari percepito come una significativa esperienza transgender, come una rappresentazione di un'identità nonbinaria da acclamare in mancanza di meglio? Onestamente non so dire. Dalla mia prospettiva attuale, continuo a interpretare gli ooloi soprattutto come un (valido) esempio di sesso fittizio alieno. Certo, il libro ha qualche passaggio su come Jodhas si ponga domande sulla sua identità, su come venga misgenderatǝ da varie persone, con anche un accenno alla possibilità di optare per un sesso diverso - ma in conclusione la storia di Jodahs ha meno a che fare con l'esplorazione della sua identità e molto di più con l'abbracciare il proprio destino riproduttivo.
Il che ci riporta a quel che avevo già menzionato, a proposito della mia insoddisfazione per come la questione del genere era stata approcciata nella serie. Ora, avendo letto tutta la trilogia, vorrei specificare che non è che Butler non abbia trattato con competenza la materia di cui voleva parlarci, ma piuttosto che le sue convinzioni, e possibilmente il suo tipo di femminismo, non sono per forza in linea con la mia personale visione. Il che è una presa d'atto e non un giudizio sulla qualità del libro - a meno non si voglia fare quel tipo di critica per cui Shakespeare era un fallito perché non aveva espresso bene i principi del marxismo o giù di lì.
Ora, non conosco a fondo l'opera omnia di Octavia Butler, ma se non altro in questa serie identità di genere e funzione biologica sembrano essere strettamente legate, senza moltissimo da aggiungere. Certo, non siamo alle prese con un riduzionismo di quelli grezzi, anzi Butler è perfettamente capace di gestire le sfumature e non è che tuttз siano ridottз a stereotipi del loro sesso assegnato (beh, se non altro nei pochi casi in cui è concessa loro un minimo di caratterizzazione); in particolare, Lilith stessa viene talora descritta con tratti tradizionalmente mascolini, data la sua forza e la sua fisicità imponente; dato che la narrazione calca poi la mano sul tema dei tratti genetici - umani o meno - difficilmente però si sfugge ad una certa dose di determinismo bioessenzialista anche nell'evidenziare le caratteristiche proprie di ciascun sesso. Certo, qualità tradizionalmente maschili sono dipinte negativamente, gli uomini sono guardati spesso come una minaccia, ed è invece esaltato il ruolo di chi accudisce la comunità. Ma se il giudizio di valore è ribaltato, gli assunti tradizionali restano per il resto sempre quelli.
Con il progredire della serie si passa da un punto di vista umano ad uno sempre più alieno, e con ciò si accentua anche la misura in cui il determinismo genetico viene trattato come assioma incrollabile. Se nei libri precedenti una certa superficialità delle interazioni poteva essere ascritta ad uno stile tipico della vecchia fantascienza, in cui la caratterizzazione non veniva particolarmente approfondita, qui è invece esplicito che i legami fra personaggз sono motivati da spinte biologiche, senza bisogno di sovrastrutture psicosociali. I personaggз secondarз sono a maggior ragione privi di una personalità complessa, perché alla fine quel che conta è il loro potenziale biologico e la loro propensione ad accettare la causa degli Oankali.
Visto che stiamo tornando sull'argomento, vale la pena di fare qualche altra considerazione sulla raffigurazione di umani ed Oankali. Come ho menzionato parlando di Dawn e Imago, entrambe le specie hanno comportamenti a dir poco problematici. Tuttavia, non ho potuto non notare come, se non altro a livello superficiale, la narrazione sembra molto più indulgente con gli Oankali, mentre gli umani sono apertamente descritti come dei selvaggi violenti che sembrano non avere alcuna qualità redimente. Certo, gli Oankali non hanno rispetto per la libertà altrui, non si fanno problemi a sterilizzare o ingravidare la gente a forza, e progettano alla fine di saccheggiare la Terra portandosi via ogni materiale utile - ma la loro deplorabilità è qualcosa che inferiamo, ed chi leggesse in maniera superficiale potrebbe interpretarli come una forza benevola, specie se accettiamo l'assunto che l'umanità è intrinsecamente condannata dalla sua stessa genetica, al punto che nessuna misura di ideali o di buona volontà potrebbe invertirne l'autodistruzione. Dall'altro lato, gli umani che non si sottomettono agli Oankali ci vengono regolarmente mostrati intenti a stuprare, rapire, cercare di ammazzare tutto quello che vendono. Agli umani è concesso uno spazio di libertà su Marte, per rispettare la loro altrettanto innata spinta all'indipendenza, tuttavia il loro fato infausto non è mai revocato in dubbio.
Se in parte tale impressione è dovuta ai punti di vista adottati, quando facciamo un passo indietro non possiamo che chiederci quanto ciò che abbiamo appena letto vada interpretato alla lettera: il libro davvero vuole dirci che l'umanità è così difettosa che se la passerebbe meglio sotto il giogo di una specie "superiore"? O il paternalismo degli Oankali non è che una metafora di pregiudizi simili riscontrati nei rapporti fra diversi gruppi umani, e quindi una messa in guardia contro la nostra stessa ipocrisia? E se la natura umana non è quello che sembra, come dobbiamo interpretare la parte su sesso e genere? In conclusione, questa serie ha lasciato dietro ben poche risposte, ed invece tanto su cui riflettere.
Conclusioni & Consigli: Ok, nel caso non si fosse capito, questa è una serie che lascia il segno. Il mio apprezzamento per specifiche scene, scelte stilistiche, messaggi, ha avuto i suoi alti e bassi nel corso della lettura, per tutte le ragioni che ho illustrato, ma ciò non toglie che questa è una lettura non solo consigliata, ma quasi obbligatoria per chiunque ami la fantascienza intesa come "letteratura delle idee".
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