Hell Bent - di Leigh Bardugo

Finalmente è giunto il momento di parlare di Hell Bent! In realtà è passato più di un mese da quando l'ho letto - dopo aver finito Ninth House non è che proprio potessi esercitare continenza e controllo - ma prima di pubblicare questo post volevo il tempo di partecipare ad una certa discussione di un certo book club. Ma ora - il momento fatidico è giunto.

Titolo: Hell Bent

Autorə: Leigh Bardugo

Prima Edizione: Flatiron Books

Data di pubblicazione: 10 gennaio 2023

Genere: Urban Fantasy – Dark Academia

Pagine: 496

Autoconclusivo o parte di una serie: Alex Stern #2

Sinossi: Dopo essere sopravvissuta alle tribolazioni sovrannaturali ed accademiche di Ninth House, Alex Stern si trova di fronte una sfida colossale: quella, cioè, di portare indietro Darlington dall'Oltretomba. Quando i piani alti della Casa di Lete si rivelano non disposti a dare alcun tipo di supporto, Alex raccoglie un gruppo di amicɜ fidatɜ e nuovi alleati più sospetti, dispostɜ ad aiutarla nella sua disperata missione di soccorso, che come al solito coinvolgerà una combinazione di arti arcane e totale noncuranza del benché minimo senso di autoconservazione.

Analisi: Non diversamente da Ninth House, Hell Bent è scritto in terza persona limitata; tuttavia, laddove il primo libro presentava un equilibrio fra i punti di vista speculari di Alex e di Darlington, qui, per ovvie ragioni, è l'esperienza della prima ad essere preponderante. Ciò è solo uno degli elementi che rendono Hell Bent una narrativa meno cervellotica e più diretta del primo volume della serie. La trama non è comunque narrata in maniera del tutto lineare, facendo infatti uso di anticipazioni e flashback per aumentare la suspense, tuttavia la narrazione è nel complesso più tradizionale, più improntata a raccontare una storia soddisfacente che a sfidarci. La prosa è al solito chiara e accessibile, ed al tempo stesso evocativa delle giuste atmosfere cupe e misteriose (con l'occasionale tuffo nella Fossa delle Trashate - perché sì, non posso più levarmi dalla mente l'erezione luminosa di un certo personaggio).

Laddove Ninth House si prendeva tutto il tempo per costruire un mondo, Hell Bent mostra una determinazione invincibile a far andare avanti la trama quanto più possibile, il che ne fa un'opera avvincente da leggere, ma al tempo stesso spreca diverse occasioni in cui avrebbe potuto dar prova di maggiore profondità. Probabilmente la principale ragione di fascino di Ninth House era la descrizione dei circoli e delle lobby che ne influenzavano il mondo, il suo ritrarre la magia come una stretta metafore dei privilegi del mondo reale. Qui, invece, le case e le loro trame sono il più delle volte lontane dal centro dell'attenzione, e sebbene vi siano alcuni riferimenti sicuramente pregnanti (penso alla mappa magica ed ai "crimini" che era stata creata per tracciare), il suo messaggio politico passa decisamente in secondo piano rispetto all'elemento più strettamente fantasy.

Un altro tema sacrificato sull'altare della semplificazione e del fanservice è la relazione fra Alex e Darlignton: che era partita come un'interazione meravigliosamente accidentata fra un mentore riluttante ed un'allieva che era un pesce fuor d'acqua, e che avrebbe avuto tutto il potenziale per svariati possibili sviluppi pieni di profondità a sfumature, per come i due avevano iniziato ad aprirsi e comprendersi nonostante le loro estreme differenze; qui, invece, i due sono frettolosamente spinti in una storia d'amore - non perché tale sviluppo appaia naturale, e nemmeno come onesto caso di trauma bonding, ma principalmente a causa di un legame magico creatosi all'inferno; personalmente non sopporto quando un espediente narrativo magico prende il posto di un autentico sviluppo di un personaggio o di un rapporto, ma a quanto pare è un tropo assai popolare, per cui qui ce lo ritroviamo.

La parte più affascinante del romanzo è senza dubbio la descrizione di rituali proibiti e perduti, con saperi arcani che ancora una volta si intrecciano con la storia e l'architettura di Yale. Beh, questo vale quantomeno per il primo dei viaggi all'inferno - sapete, quello che appare appropriatamente arduo ed estremo; più tardi, purtroppo, per necessità di trama, ɜ personaggɜ iniziano ad andare su e giù per i mondi in una maniera che svaluta non poco la gravità di una simile impresa.

Per il resto, il romanzo include numerose linee di trama che possono apparire più o meno superflue o non abbastanza sviluppate - e sto pensando all'intera faccenda dei gangster, ma soprattutto al mistero degli omicidi, che all'inizio sembra molto intrigante, ma che alla fine viene liquidato come una gigantesca red herring.

Conclusione: Ok, messa così sembra che stia facendo a pezzi il libro, quando in realtà ho trovato molto piacevole leggerlo e non vedo l'ora esca il prossimo volume. Per dirla tutta, penso che Hell Bent sia un libro interessante e di ottimo intrattenimento, che però avrebbe meritato di essere rifinito molto di più.

Content Warning: Morte - Violenza - Omicidio - Morte di animale - Abuso di droghe - Tentato suicidio - Abuso sessuale


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