Provenance – di Ann Leckie

Dopo aver finito la trilogia dell' Imperial Radch avevo subito aggiunto Provenance alla mia, e di recente ho ritrovato anche lo stato mentale adatto a leggerlo. Quindi, di cosa parla? Com'è rispetto agli altri libri? Ma soprattutto, sarà riuscito a lenire in qualche modo la mia nostalgia per Breq? Vediamo un po'...

Titolo: Provenance

Autorə: Ann Leckie

Prima Edizione: Orbit

Data di pubblicazione: 26 settembre 2017

Genere: Fantascienza

Pagine: 448

Autoconclusivo o parte di una serie: Autoconclusivo (ambientato nello stesso mondo della Imperial Radch)

Sinossi: Ingray, figlia adottiva di una potente politica, sta cercando disperatamente di essere all'altezza delle esorbitanti aspettative della madre. Nella speranza di impressionarla, concepisce un piano audace ma sventato che comprende far evadere un famigerato criminale e mettersi sulle tracce di alcune preziose vestigia - cioè artefatti storici che hanno un ruolo cruciale per la società in cui vive. Tuttavia, nulla va come sperato, e ripetuti tentativi di riadattare alla bell'e meglio il suo piano portano Ingray a trovarsi nel mezzo dei disordini politici che agitano il pianeta, e che rischiano di portare ad un'escalation intergalattica.

Analisi: Ann Leckie una prosa concisa, all'apparenza semplice e diretta, per dare vita ad un mondo complesso e lontano dalla nostra esperienza; non solo riesce a comunicarci tutte le informazioni necessarie senza suonare didascalica (c'è al proposito da dire che spesso omette spiegazioni esplicite quando già dal contesto possiamo ricavare quello che ci serve), ma costruisce anche un'ambientazione dall'atmosfera viva e sentita. La storia è narrata in terza persona soggettiva dal punto di vista di Ingray; dato che il suo background culturale è diverso da quello di Breq, aspetti grammaticali e lessicali sono adattati diversamente, come vederemo meglio fra poco parlando del genere e dell'suo dei pronomi.

Provenance è ambientato nella stessa realtà della trilogia originale, ma in un altro angolo di universo; gli eventi cui abbiamo assistito in Ancillary Mercy sono qui menzionati sullo sfondo, e le loro possibili conseguenze sono un altro elemento di irrequietezza politica. Se il Radch in precedenza ci era sembrato una forza dalle ambizioni onnicomprensive, un'entità che si proponeva come sinonimo del concetto stesso di civiltà, qui facciamo conoscenza con società diverse, ciascuna con le sue leggi fondamentali e con le sue tradizioni ben stabilite.

Ancora una volta, la percezione del genere è un tratto distintivo del worldbuilding; nei romanzi dell' Ancillary , Breq chiamava tutti al femminile perché la sua società non aveva un concetto significativo di identità di genere; qui, invece, vediamo che Ingray identifica le persone come donne, uomini, o neman, chiamando ciascunǝ con i corretti pronomi (che per ɜ neman sono e/eir/em); il romanzo allude anche al fatto che, nella società in cui vive Ingray, il genere non è assegnato alla nascita, e dichiarare la propria identità è parte del passaggio all'età adulta; non tuttɜ peraltro sono soddisfattɜ delle tre scelte disponibili, ma non sceglierne nessuna è visto come segno di immaturità. Ora, nulla di tutto ciò è essenziale alla trama, ma è un'occasione assai benvenuta per esplorare i molti aspetti del nostro concetto di identità di genere e di come questa potrebbe prendere altre forma in una società lontanissima, ma comunque essenzialmente umana.

Come già avvenuto anche nella trilogia, il libro ci crea delle aspettative per poi cambiare strada: perché in effetti all'inizio potremmo credere di trovarci davanti ad un romanzo di avventure rocambolesche, truffe ed evasioni; e un po' più tardi potremmo invece farci l'idea che sia un giallo; invece, di azione non se ne vede moltissima, e l'indagine propriamente intesa si risolve abbastanza in fretta; il vero centro dell'attenzione del romanzo è invece un misto di intrigo politico e di meditabonde considerazioni sul ruolo delle proprie radici, sia come individuɜ che come società. Le vestigia che mettono in moto l'azione sono viste come chiave di prestigio sociale, e sebbene ci sia il fondato sospetto che siano dei falsi, la fede nella loro importanza è comunque fondativa per la civiltà cui appartengono. Al tempo stesso, visitatori da un altro pianeta sono sulle tracce delle origini della loro cultura, in quella che parrebbe una ricerca puramente accademica, ma che invece è pregna di implicazioni politiche. Sul piano individuale, poi, svariatɜ personaggɜ hanno rapporti contrastati con le loro origini, e sono pertanto in cerca di capire il loro posto nel mondo.

Conclusions: Provenance è un libro molto bello e riflessivo, con ambizioni più circoscritte della trilogia dell' Ancillary , ma lo stesso capace di dare vita a mondi affascinanti e di farci affezionare alla sua maldestra ma amabile protagonista.

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